Cinquanta

Con due settimane di ritardo si è compiuta la rimpatriata. Ritardo trascurabile, considerata la grandezza della ricorrenza: mezzo secolo.

Il 1 ottobre del 1973, alla vigilia della guerra del Kippur e dell'austerity, ci trovavamo tutti nel cortile della Leonardo da Vinci. Il 15 ottobre 2023, a guerra già iniziata e con motori ibridi, eravamo lì davanti, il primo scaglione. Il secondo si era mosso direttamente verso Cascina Pagnana, dove qualche ora dopo abbiamo toccato le 13 presenze.

Perfetta location (ma nel '73 come facevamo senza usare queste parole?), grazie Ghinga. Uno stanzone lungo con volta a botte in mattoni, che già ospitava piccole bestie, affacciato da un lato sul cortile e dall'altro su prati adatti allo svacco, temperato dal riscaldamento globale (questo nel '73 non c'era… il progresso!). Locale quasi interamente occupato da un tavolo che abbiamo coperto come si deve.

Mi guardo bene dal fare considerazioni sociofilosofiche, ma voglio dire quanto sono stato bene nella semplicità di questo incontro, che vuol dire che ci siamo ancora, ci riconosciamo e a questo punto, vista l'età, non ci dimenticheremo più di noi. Ci siamo scambiati ricordi disordinati, diversi, magari anche sbagliati, ma cui teniamo tanto. Unico mio rimpianto: avere parlato pochissimo con qualcuno di noi.

Aspettando la Manni

Qui ci siamo persi anche Koenig

Io sono tumulato dietro alla sedia

Ma veniamo al risultato del campo. Abrami, Bellavite, De Leva, Koenig, Maccabelli, Manni, Loretta Mariani, Montelatici, Pagnoni, Persico, Tamborini, Tantardini, Tomassini. Abbiamo fatto 13, la metà rispetto alla foto della Prima C.

Degli assenti circa la metà è disinteressata o irreperibile, gli altri sono recuperabili e il 15 erano assenti per motivi contingenti. Insomma, arrivare alla maggioranza assoluta della classe è alla nostra portata, come dimostra il «14» di 10 anni faIl 1 ottobre del 2028 è una domenica e ci proveremo. Il resto verrà da sé, perché una cosa è certa: staremo benissimo!

E adesso, come in un album dei ricordi (vi ricordate quella usanza, prevalentemente femminile, che ti costringeva a fare un disegno e a scrivere un pensierino affettuoso?), largo ai commenti, di assenti e presenti!








Ora è la maestra di Lambrate



…che il nostro Ente [Nazionale Sordi] rispetti il luogo di sepoltura della benefattrice Doppelbauer provvedendo a tenere in ordine la tomba anche con la posa di una pietra con inciso nome, cognome, date di nascita e di morte e con la dicitura «benefattrice dei sordi».

La tomba è in ordine e anche i fiori, che sono dipinti.
Manca solo la dicitura "benefattrice", ma non importa.
Per verificare basta andare al cimitero di Lambrate e cercare il numero 635 del reparto 300 oppure chiedere le indicazioni all'ingresso.
Ma anche senza andarci, nessuno la dimenticherà.



E qui saluto tutti e chiudo.
Anzi, passo e chiudo, perché se mi mandate nuovo materiale si ricomincia.

Che ne dite di rivederci tutti il 16 aprile 2018 per il centenario?

Ciao


Tamborini


Gite

Un argomento enorme come questo meriterebbe molto di più, ma ho poco materiale e pochissima memoria.

Ho trovato:

Allevamento di cani Del Dosso nel parco di Monza


Ortomercato




Visita all'Istituto per sordomuti "G. Tarra"




Val Camonica





Villa Taranto






Firenze





E qui sotto? Una deviazione nella gita a Ravenna?




Avanti voi con i ricordi.


L.T.

In classe

Chi ricorda i nostri posti? Io non ricordo neanche il mio.
Sarà perché la maestra ce li cambiava spesso o per le mie ridotte facoltà mentali?



E la lavagna luminosa, la ricordate?
Quella la ricordo, mi piaceva, così tecnologica!


E le mascherine di Carnevale con due Zorri, oltretutto vicini di casa (non potevano mettersi d'accordo)?


Chi c'è ma non si vede è chi faceva le foto, mio padre, cui si deve buona parte del blog e, senz'altro, il suo titolo.
Quali altre incursioni dei genitori ci furono?
Può essere che venne un papà Manni a spiegarci che cos'è il calcestruzzo? O vaneggio?

Mio padre venne anche con la chitarra a fare il sottofondo musicale della recita di Natale, un effetto speciale che la maestra ottenne relegandolo dietro la lavagna.
La recita con la canzoncina da imparare a memoria in tedesco: vogliamo parlarne? Sicuramente, una delle vette della didattica estrema della maestra. I ruoli principali erano di Caniato e Tantardini, giusto?

Vaneggiate un po' voi adesso.


L.T.

Extradidattica

Non ho trovato nulla sulla visione integrale a puntate dell'Italia vista dal cielo di Folco Quilici.
Una volta sono stato operato da un tale dottor Quilici e quando mi ha confermato che era parente di Folco ho vantato la visione integrale dell'Italia vista dal cielo. Ma lui non l'aveva mai vista e non sembrava gliene fregasse molto.

Ho trovato:

Sceneggiato Robinson Crosue, con tanto di articolo sul Corriere (credo) con interviste a Monteratici, Cagnato, Tosi, Bellavite e Ferraro (sic).



Le avventure di Arlecchino al Teatro dell'arte.


Filmino Vita in un borgo medievale.



Il Ladro di Bagdad al cinema Leonardo.





Andate avanti voi con i ricordi, che i miei son consumati.


L.T.

Primo mese di scuola

Il cortile della Leonardo
Del primo giorno di scuola ricordo due cose
Che all'appello-adunata in cortile mia mamma (anzi, la mia mamma, come pretendeva che scrivessimo la maestra: Maria Dotti ci dica se aveva ragione) mi disse: "C'è anche un altro Leonardo!".
E che Abrami pianse un disperatamente e fu l'unico.
Io ero tranquillo ma dai modi sicuri della maestra nel dirigere tutti ebbi l'impressione di essermi arruolato in una specie di esercito.
Impressione giusta.



Prima pagina del primo quaderno.



Ricordo che Montelatici obiettò di essere nato a Londra. E che la maestra lo neutralizzò con un discorso sul concetto di patria.
A proposito, non so fu per un caso, ma ricordo che in classe avevamo una cartina dell'Italia ante seconda guerra mondiale, con l'Istria ancora italiana.

Notare:
  1. le bandierine in stile littorio
  2. la iniziale minuscola di patria, segno che alla maestra - in fondo - importava più la forma italiana del nazionalismo
  3. il voto, stringato come al solito e che non premia neanche un po' la fatica che traspare tutti quegli aggiustamenti delle linee
  4. la firma di mia madre che, due anni prima della riforma del diritto di famiglia, usa il cognome del marito

Qui sotto, invece, il "benino" ci sta tutto.
Già mostravo scarsa attenzione per le teorie creazioniste.





L.T.


Foto ufficiali: la storia della foto in tuta


Vedi post Le foto ufficiali
La maestra voleva farla rinviare perché non avevamo l'uniforme!

Una volta tanto qualcuno - probabilmente il fotografo, a cui non fregava nulla del prestigio della Doppelbauer - è riuscito a contenerla.

E la maestra "fu costretta a scendere": espressione scelta con gusto per descrivere la scena, che evidentemente non mi dispiacque, in cui Davide-fotografo sconfigge Golia-maestra.

E poi c'è la mia ennesima bugia: sulla mano della maestra.



L.T.